Questo post su Alessandro Volta era di dovere visto che grazie a lui oggi lavoriamo in questo campo, andiamo a vedere un po’ della sua storia.
Nato a Como, nell’antico palazzo situato nell’attuale via Volta,nel 18 febbraio 1745 da don Filippo e donna Maddalena dei conti Inzaghi, nel 1758 intraprende gli studi umanistici, di retorica e di filosofia presso la scuola dei gesuiti a Como.
Nel 1761 entra nel Regio Seminario Benzi di Como, dove conclude gli studi e stringe amicizia con il canonico Giulio Cesare Gattoni. Sarà quest’ultimo a incoraggiare la vocazione scientifica del giovane Volta, mettendogli a disposizione il proprio gabinetto di scienze naturali ospitato in una delle torri della cinta muraria comasca (poi nota come “Torre Gattoni“). Così i progetti dei familiari di avviarlo al sacerdozio o agli studi giuridici vengono definitivamente abbandonati.
Nel maggio 1796 i francesi entrano in Como. Su invito della municipalità, Volta rende omaggio al generale Napoleone Bonaparte in Milano. È accusato di favorire il trasferimento dell’Università da Pavia a Milano, accusa da cui si difende. Chiede di essere collocato a riposo, ma la richiesta viene respinta.
Gli studi con l’elettrometro condensatore.
All’avvicinarsi dell’armata francese l’università di Pavia viene chiusa dagli austriaci. Volta indirizza a Friedrich Gren di Halle tre lettere Sull’elettricità eccitata dal contatto dei conduttori dissimili, in cui descrive le proprie esperienze sull’elettricità di contatto utilizzando uno strumento di sua invenzione, l’elettrometro condensatore, capace di rilevare anche le più piccole quantità di elettricità.
Nell’aprile 1798 l’Università di Pavia viene riaperta con il sostegno di Parigi. Luigi Galvani pubblica le Memorie sull’elettricità animale, dedicate allo Spallanzani, in cui ribadisce le proprie tesi. Volta risponde con le sue Lettere del cittadino N.N. di Como, indirizzate all’Aldini. La controversia con i galvaniani è ormai insanabile.
L’invenzione della pila
Rientrati in Lombardia gli austro-russi nell’aprile 1799, l’Università di Pavia viene soppressa e i suoi professori dimessi (molti addirittura incarcerati o proscritti). Volta fa ritorno a Como, dove “sulla fine dell’anno 1799”, giunge al “gran passo”, “passo che mi ha condotto ben tosto alla costruzione del nuovo apparato scotente”: è l’invenzione della pila.
In una comunicazione datata 20 marzo 1800 e indirizzata al presidente della Royal Society, sir Joseph Banks, Volta annuncia alla comunità scientifica l’invenzione della pila (o “apparato elettromotore” o “apparato a colonna”), da lui qui chiamata “organo elettrico artificiale” e paragonata all’organo elettrico del pesce Raja Torpedine. La comunicazione viene pubblicata sulle “Philosophical Transactions” con il titolo On the Electricity excited bv the mere Contact of conducting Substances of different Kinds. Dopo la vittoria a Marengo sugli austriaci (14 giugno1800), il primo console Napoleone Bonaparte riapre l’Università e reintegra i professori. Nel mese di giugno Napoleone conferma con decreto Volta professore di Fisica sperimentale nell’Università di Pavia e direttore del “Gabinetto di fisica”.
Nel 1819 Volta si ritira a vita privata, dividendosi tra Como e la casa di campagna di Camnago (successivamente Camnago Volta, in suo onore).
Il 5 marzo del 1827 Alessandro Volta muore nella sua casa di Camnago all’età di 82 anni.
ecco anche un video per approfondire.
Le fonti di questo articolo sono tratte da Wikipedia a questo link dove potete approfondire la storia di Alessandro Volta